Mercoledì 2 marzo 2022, mercoledì delle Ceneri, al termine della S. Messa, ci siamo fermati a pregare per la pace in Ucraina.
Riportiamo di seguito alcune preghiere/letture significative.
Nella lettera enciclica Pacem in terris, rivolgendosi “a tutti gli uomini di buona volontà”, Giovanni XXIII identificò le condizioni essenziali per la pace in quattro precise esigenze dell’animo umano: la verità, la giustizia, l’amore e la libertà.
La verità– egli disse – sarà fondamento della pace, se ogni individuo con onestà prenderà coscienza, oltre che dei propri diritti, anche dei propri doveri verso gli altri.
La giustizia edificherà la pace, se ciascuno concretamente rispetterà i diritti altrui e si sforzerà di adempiere pienamente i propri doveri verso gli altri.
L’amore sarà fermento di pace, se la gente sentirà i bisogni degli altri come propri e condividerà con gli altri ciò che possiede, a cominciare dai valori dello spirito.
La libertà infine alimenterà la pace e la farà fruttificare se, nella scelta dei mezzi per raggiungerla, gli individui seguiranno la ragione e si assumeranno con coraggio la responsabilità delle proprie azioni.
”La guerra non è un fantasma del passato, ma è diventata una minaccia costante. Il mondo sta trovando sempre più difficoltà nel lento cammino della pace che aveva intrapreso e che cominciava a dare alcuni frutti. Si stanno creando nuovamente le condizioni per la proliferazione di guerre. Voglio allora ricordare a tutti che la guerra è la negazione di tutti i diritti e una drammatica aggressione all’ambiente. Se si vuole un autentico sviluppo umano integrale per tutti, occorre proseguire senza stancarsi nell’impegno di evitare la guerra tra le nazioni e tra i popoli. Mai più la guerra! Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. Rivolgiamo lo sguardo a tanti civili massacrati come “danni collaterali”. Domandiamo alle vittime. Prestiamo attenzione ai profughi, a quanti hanno subito le radiazioni atomiche o gli attacchi chimici, alle donne che hanno perso i figli, ai bambini mutilati o privati della loro infanzia. Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà coi loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto. Così potremo riconoscere l’abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui perché abbiamo scelto la pace.
Dal capitolo 7 dell’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco
Non costruisco la pace quando non apprezzo lo sforzo, la virtù degli altri; quando pretendo l’impossibile, quando sono indifferente al bene e al male degli altri;
non costruisco la pace quando non perdono, quando non chiedo scusa, quando non faccio il primo passo per riconciliarmi, anche se mi sento offeso o credo di aver ragione;
non costruisco la pace quando lascio solo chi soffre e mi scuso dicendo: «Non so cosa dire, cosa fare, non lo conosco»;
non costruisco la pace quando chiudo la porta del cuore, quando chiudo le mani, la bocca e non faccio niente per unire, conciliare, scusare;
non costruisco la pace quando rispondo: «non ho tempo» e non accolgo il prossimo che ha bisogno;
non costruisco la pace quando mi metto volentieri e di preferenza dalla parte di chi ha potere, ricchezza, sapienza anziché dalla parte del debole, dell’indifeso, del dimenticato, dalla parte di colui il cui nome non è scritto sull’agenda di nessuno;
non costruisco la pace quando taccio di fronte alla menzogna, all’ingiustizia, alla maldicenza;
non costruisco la pace quando non mi metto in ginocchio per invocarla, per ottenerla, per viverla.