GUARDIAMOCI ATTORNO, AL NOSTRO FIANCO C’È GESÙ
Scarica il foglietto 3^ dom. Pasqua - 26/04/2020 (157 download)
Signore, tu hai detto: “Dove due o più sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”; visita dunque con la gioia della tua presenza la comunità cristiana e la nostra famiglia. Concedi a tutti di celebrare, con fede e con amore, questo giorno di festa, Pasqua della settimana. Assieme ai fratelli in umanità non vogliamo arrenderci agli scenari di sofferenza e di lutto che ancora percorrono il mondo e per noi e per tutti invochiamo dalla tua misericordia i segnali di una nuova speranza.
Signore, maestro buono, che accendi in noi il fuoco della tua parola, abbi pietà di noi. Signore, pietà.
Cristo, compagno di viaggio che ti affianchi agli affaticati e agli oppressi, abbi pietà di noi. Signore, pietà.
Signore, ospite generoso che ci inviti al banchetto inesauribile della tua Pasqua, abbi pietà di noi. Signore, pietà.
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
(LUCA24,13-35)
Che cosa c’entrano Dio, la religione, la preghiera con la concretezza della vita, con i problemi di tutti i giorni? Tanti, nella loro crescente indifferenza, addirittura con il loro fare irriverente, nemmeno più se lo chiedono e dimostrano di aver già trovato la risposta: non c’entrano nulla. Ben altre, per loro, le urgenze e le necessità; di tutt’altro genere – se mai ci fossero – le risposte… E così la fede religiosa è sempre più relegata ai margini o fuori dal mondo, un po’ come doveva apparire ai due discepoli del vangelo quello strano pellegrino che si era affiancato loro e al quale appunto avevano detto: “Ma da dove vieni tu? Davvero non sai proprio niente? Come puoi ignorare i fatti che sono sulla bocca di tutti?” Il prosieguo del racconto evidenzierà l’assurdità della loro posizione: accusano di ignoranza, di estraneità, il protagonista stesso degli eventi… Eppure facciamo così anche noi. Anche la nostra vita, come quella dei discepoli di Emmaus, se non stiamo attenti, rischia di diventare un ripiegamento triste e una fuga egoista. E allora la compagnia degli altri si trasforma in una complicità cattiva e il parlare con loro un inutile sfogo amaro, perché abbiamo smesso di attingere alla fonte della speranza e, in particolare, perché rifuggiamo da Gesù di cui presumiamo di sapere già tutto, e quel tutto ci ha deluso, mentre di lui invece non sappiamo ancora niente. Lui che vivo accanto a noi ci sostiene e noi, distratti e superficiali, che nemmeno ce ne accorgiamo. Lui che ci ispira sul senso vero delle cose e noi, stolti e tardi di cuore, che mettiamo sempre tutto in discussione, come se mai avessimo capito, gioito e amato davvero alla luce ed in forza del Vangelo e delle sue stupende prospettive.
Ed eccolo, Gesù, paziente e amorevole affiancarsi di nuovo a noi, metterci, ancora una volta, in guardia sulla falsità pericolosa del nostro cammino e soprattutto eccolo motivare e sostenere, per noi, una nuova possibilità di ripresa e dunque quei nuovi motivi di speranza di cui abbiamo assoluto bisogno.
-Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. RESTA CON NOI, SIGNORE
-Il mio Signore sei tu. RESTA CON NOI, SIGNORE
-Nelle tue mani è la mia vita. RESTA CON NOI, SIGNORE
-Ti pongo sempre davanti a me. RESTA CON NOI, SIGNORE
-Sta alla mia destra, non potrò vacillare. RESTA CON NOI, SIGNORE
-Mi indicherai il sentiero della vita. RESTA CON NOI, SIGNORE
-Gioia piena alla tua presenza RESTA CON NOI, SIGNORE