Cara parrocchia,
nella china, che pare inarrestabile, dell’indifferenza religiosa, per pochi oggi risulti riferimento necessario o anche solo importante.
Tanti invece, risentiti per chissà quali tue presunte ingerenze o vessazioni, ce l’hanno con te e si guardano bene dal frequentarti.
E così, relegata al freddo ruolo di distributrice del sacro o di occasionale referente per i minimi adempimenti religiosi, peraltro fruibili anche altrove, assomigli sempre più ad un’istituzione burocratica che ad un organismo vivo e caldo.
Possiamo immaginare quanto tutto questo ti pesi, ti faccia soffrire, ti tenti; bisognosa come sei, per poter dare il meglio, di presenze amiche ed affidabili, di incoraggiamenti sinceri.
Se tutto ciò non bastasse, sappiamo quanto rischi anche tu di diventare, prima o poi, una delle tante comunità senza pastore, a causa dell’endemica crisi vocazionale che attanaglia la Chiesa.
Ma oggi vorremmo dirti che noi, figli fragilissimi eppure riconoscenti, ti vogliamo bene e non ti abbandoniamo, anzi, consapevoli della necessità della tua presenza e dell’oggettiva qualità della tua missione, facciamo il tifo per te e per la tua ripresa.
Nel tuo rimanere comunque “Chiesa tra le case” ci è stato dato e ci è dato di poter conoscere Gesù e di accostarci a lui. Non qualcosa di meno. E ti par poco?
In determinati passaggi cruciali della vita, a molti è capitato di ricorrere a te e di trovarti accanto discreta, con umana comprensione, pietà, parole e gesti di fraterna speranza e fiducia.
Con te, nel quotidiano, si viene a misurare la gioia semplice di molti uomini e donne, ma anche i loro sordi rancori, gli inganni e le trappole che li hanno irretiti, la loro esposta fragilità, e sempre, al fondo, un’inesausta nostalgia di Dio.
Il Vangelo che con generosa abbondanza spezzi a tutti, come umile ma necessario pane quotidiano che tiene in vita, è risposta vera, è rimedio, è forza di cammino.
Ti vogliamo aiutare, con la nostra esperienza del mondo, specialmente a saperti confrontare con una società e con un territorio radicalmente mutati per l’impatto inedito con la mobilità e le tecnologie, la compresenza di altre etnie, culture e religioni.
Perché tu possa assumere, al tuo interno, la complessità del mondo e così intercedere credibilmente a favore di tutti, con cuore largo e sapiente, e noi poter vedere sempre più, nel tuo volto, l’immagine buona e bella del volto stesso di Dio, Padre di tutto e di tutti.